Ciaspole a Morterone - 2009

25 Gennaio 2009

In occasione di questa abbondante nevicata, non abbiamo perso l'occasione di proporre una divertente camminata con le ciaspole (racchette da neve), assaporando il piacere della tranquillità in mezzo alle montagne.

"Lasciata la macchina nel piazzale della Pro Loco, subito dopo la bella chiesa di Morterone, si calzano le proprie ciaspole e si accede ad una strada che costeggia il torrente Robasacco per duecento metri circa fino a giungere alla prima casa in località Pravaccone.
Da lì si sale lungo il prato fino ad un centenario abete rosso che si innalza poco sopra, si procede poi leggermente a sinistra tenendo alla propria destra le case dell'abitato di Morterone Centro.
Giunti su una strada, si va a sinistra per circa 50 m, dove c'è la prima indicazione del "Percorso vita".
Si sale quindi lungo il prato che porta alle due cascine della località Passer, la prima delle quali con portico, quindi si raggiunge la strada agro-silvo-pastorale che porta al Passo del Palio.
Seguendo questo comodo tracciato ci si innalza verso i dolci pendii della Costa del Palio. Giunti ad una deviazione, si può scegliere se andare verso il laghetto di Valmana, dove c'è un alpeggio, oppure svoltare a destra e seguire l'indicazione per Brumano.
Noi abbiamo seguito l'indicazione verso destra e ci siamo portati al Passo del Palio, da cui si è potuta ammirare la cresta del Resegone imbiancato che si stavagliava su un cielo meravigliosamente terso.
Dopo una breve sosta siamo scesi seguendo il cartello del sentiero per Morterone fino alle baite di Pia' de Costa, abbiamo ripreso la strada e ritornati alle auto.
Ci siamo infine gustati un pranzo a base di polenta e formaggio locale alla Trattoria dei Cacciatori, dall'amico Maurizio."

A.I.

 Storia di Morterone

Il territorio di Morterone si trova in una posizione geografica articolata che ha determinato nel tempo la sua storia. Fisicamente ricade in tre bacini idrografici che fanno capo al monte Resegone: quello della Val Taleggio e quello della Valle Imagna verso la bergamasca, quello della valle del Caldone verso Lecco. Ubicazione a volte strategica, altre penalizzante. Nel corso dei secoli le varie esigenze hanno favorito o meno l’utilizzo intelligente delle risorse che questo territorio ha potuto offrire e che hanno comunque garantito l’equilibrio uomo-natura, il bosco e il pascolo, attraverso le tradizionali attività svolte agro-pastorali.
Il nome per alcuni deriverebbe dal latino mortarium (ciotola in legno o in pietra in cui veniva pestata erba, radici…), per altri da mons, con riferimento ai pascoli che vi si ritrovano numerosi.
Verso il mille dopo Cristo era annesso alla Comunità di Lecco che a sua volta dipendeva dall’Arcivescovado di Milano. Nel XIII secolo la chiesa di Morterone faceva parte, con la chiesa di Brumano, della Pieve di Lecco di rito ambrosiano. La consacrazione della chiesa a Maria Assunta è datata nel 1363; un’iscrizione tardo-gotica, visibile tutt’oggi sul muro della facciata anteriore, riporta la data del 18 giugno 1461.
Salirono in visita pastorale San Carlo Borromeo nel 1566 e nel 1582, il Cardinale Federico Borromeo agli inizi del 1600 quando si registrarono in paese 320 abitanti.
È composto da numerose frazioni  sparse sul territorio; caratteristiche in località Frasnida, le case costruite in pietra del luogo sin dal 1600.
All’inizio del 1800, quando nel territorio lecchese si sviluppò l’attività industriale che necessitava del carbone di legna per la sua produzione, molti boschi vennero tagliati concorrendo così Morterone in modo determinante allo sviluppo dell’economia di tutto il comprensorio.
Agli inizi del 1900, soprattutto a causa degli insufficienti collegamenti stradali, il paese cominciò a spopolarsi. I due terzi degli abitanti erano rappresentati dai bergamini ( ben il doppio delle persone che vi risiedevano tutto l’anno), mandriani transumanti dei monti. Nel censimento del 1921 a Morterone vi erano 432 abitanti di cui 142 stabili e 290 bergamini che vi risiedevano solo d’estate.
Ruolo importante ebbe anche nella seconda guerra mondiale: subito dopo l’8 settembre 1943 il parroco don Piero Arrigoni fece della sua casa il punto di raccolta di prigionieri fuggiaschi, di militari sbandati e di ebrei ricercati. Sono stati attribuiti al prelato importanti riconoscimenti per l’opera prestata nella guerra di liberazione, l’ultimo nel 1985 anche dal Cardinale Arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini.
La chiesa, ora parrocchia Beata Vergine Assunta, si presenta costituita da una navata centrale con una volta a botte come le quattro cappelle laterali; l’abside semicircolare è arricchita da un’opera eseguita su tela da Francesco Quaglio nel 1742 che rappresenta l’Assunzione di Maria Vergine. Del 1935 sono altri dipinti collocati nella zona presbiteriale e nella prima cappella di destra. Del 1988 è l’Altare Fiore, opera dell’austriaco Rudi Wach, consacrato nello stesso anno. Dello stesso artista è il Fonte Battesimale, consacrato nel dicembre 2006.
Il 15 agosto, festa patronale, la statua della Madonna Assunta è portata in processione per le vie del paese.

 

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